A trent’anni dagli accordi di Roma: il ruolo chiave dell’Italia per la pace in Mozambico

, di Silvia Strangis

A trent'anni dagli accordi di Roma: il ruolo chiave dell'Italia per la pace in Mozambico
Michel.morin.jack, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/license...> , via Wikimedia Commons

Trent’anni fa, nel 1992, gli accordi di pace che misero fine alla guerra civile in Mozambico; uno straordinario risultato diplomatico del Governo italiano e della Comunità di Sant’Egidio. La collaborazione tra Roma e Maputo ha radici già negli anni ’60, e prosegue ancora oggi.

Poco più di trent’anni fa, il 4 ottobre 1992, venivano siglati gli Accordi di pace di Roma, che ponevano fine a 16 anni di guerra civile in Mozambico. Il Presidente della Repubblica e Segretario del Frelimo (Frente de libertação de Moçambique), Joaquim Chissano, e il leader della Renamo (Resistência Nacional Moçambicana) Afonso Dhlakama, si riunirono nella capitale italiana nel segno della pace tra le loro fazioni e della pacificazione del Paese, dopo un processo negoziale durato più di due anni e portato avanti dal Governo italiano, rappresentato da Mario Raffaelli, e dalla Comunità di Sant’Egidio. Si tratta di un evento che segnava il successo della mediazione e del dialogo di pace italiano, oltre che la continuazione dell’amicizia e collaborazione tra i due Paesi.

La presenza e l’impegno dell’Italia in Mozambico si registrarono già a partire dagli anni ’60, quando il Paese era ancora una colonia portoghese. I missionari italiani, presenti sul campo ancor prima di quegli anni, svolsero un ruolo cruciale nel veicolare le informazioni relative alle condizioni di vita dei mozambicani, e permettere la nascita di canali di solidarietà, oltre che una prima rete di cooperazione tra italiani e mozambicani. Da qui l’interesse di alcune fazioni politiche italiane, nello specifico il Partito Comunista e il Partito Socialista, a sostenere la causa dell’indipendenza dal Portogallo e ad appoggiare la lotta del Frelimo [1]. Quest’ultimo venne fondato nel 1962 da Eduardo Mondlane e dai suoi collaboratori in opposizione al governo portoghese. Il Frelimo individuò gli interlocutori italiani come suoi privilegiati per l’attività anticoloniale e per ricevere fondi [2].

La lotta di liberazione si concluse nel 1975, quando, attraverso gli Accordi di Lusaka, il Mozambico ottenne l’indipendenza e i poteri del Governo portoghese vennero trasferiti al Frelimo. Contrariamente a quanto previsto dagli accordi, quest’ultimo centralizzò tutti i poteri con l’obiettivo di costruire uno Stato con un’ideologia di stampo marxista-leninista, escludendo tutte le forze di opposizione. Il nuovo Stato diede inizio ad un’opera di rinnovamento della società, con la confisca di tutti gli ospedali, scuole e case privati. Ciò provocò l’esodo di tutta una parte di personale esperto e di persone che non avevano intenzione di adattarsi all’ideologia dell’”uomo nuovo”. Fu in questo contesto che una parte di oppositori politici fondò il Renamo nel 1976. Nello stesso anno, una campagna di opposizione venne portata avanti nel Paese, con i primi scontri armati che nel tempo si diffusero su tutto il territorio [3].

Se un primo ciclo di incontri per trovare un accordo tra Frelimo e Renamo, sostenuto dal Sudafrica, a inizio anni ’80, non ebbe alcun risultato, nel 1989 le due parti si incontrarono nuovamente, questa volta sotto l’egida della Comunità di Sant’Egidio e del Governo italiano, rappresentato da Mario Raffaelli. Due anni di trattative e negoziazione italiana portarono alla firma, il 4 ottobre 1992, dell’accordo di pace finale, o AGP (Acordo General de Paz em Moçambique). La combinazione di un supporto proveniente dalle comunità di pace, in particolare quella di Sant’Egidio, e dalla rappresentanza politica del governo italiano, si rivelò essere la soluzione vincente.

Al tempo, l’Italia rappresentava il principale fornitore di aiuti umanitari e finanziari verso il Mozambico. L’intervento italiano si manifestava anche con una presenza culturale e cooperativa nei settori industriale, sanitario e educativo [4]. Diverse le organizzazioni presenti sul territorio da anni, come Medici con l’Africa, operante nella sanità dal 1978, e le associazioni religiose. Tantissime iniziative di solidarietà organizzate durante tutti gli anni ’70 in Italia, ed in particolare a Reggio Emilia, la cui amministrazione si legò molto alla causa mozambicana. Il comune di Reggio divenne il primo fornitore di aiuti umanitari e primo cooperante sui piani sanitario e sociale. Questo sostegno continua tutt’oggi nel segno di una profonda amicizia con il Mozambico, tanto che sono state e sono frequenti le visite dei sindaci della città nel Paese.

Questo clima di collaborazione e la mediazione imparziale e neutra di una parte terza, senza altri fini se non la pace, nelle trattative di pacificazione, ne favorì l’avanzamento. L’accordo di pace gettava le basi per una pace duratura e stabile [5], ma anche il pretesto per il rafforzamento dell’amicizia italo-mozambicana. Dalla cooperazione politica a quella allo sviluppo, in Mozambico sono presenti ad oggi più di trenta organizzazioni della società civile italiana, oltre che imprese e associazioni di vario tipo [6].

Per commemorare questo legame e l’impegno italiano in Mozambico, in occasione dei trent’anni degli Accordi di Roma l’Ambasciata d’Italia a Maputo ha realizzato un sito web come progetto di memoria delle relazioni italo-mozambicane, ItaloMozHistoria. Questa piattaforma raccoglie documenti, foto e altro materiale d’archivio inedito che raccontano la storia della cooperazione italiana a partire dal 1964 al 1992. La parte più interessante è sicuramente quella delle interviste esclusive alle persone che hanno partecipato al processo di pace o contribuito alla cooperazione tra i due Paesi. Una iniziativa importante, anche per diffondere la conoscenza di una storia di pace fondamentale come quella del Mozambico.

Note

[1Cirilo, Constituição de um acervo virtual e físico sobre a historia e a evolução das relações de cooperação no desenvolvimento entre Itália e Moçambique, com foco no processo de pacificação, 2021

[2Darch, The Mozambican conflict and the peace process in historical perspective, Friedrich-Ebert-Stiftung, 2018

[3Ramos, Peace and conflict in Mozambique: a long road to democracy?, in Internazional perspectives on democratization and peace, Emerald Publishing Limited, 2020

[4Gentili, Lessons learned from the Mozambican peace process, Istituto Affari Internazionali, 2013

[5Bussotti, Peace and democracy in Mozambique, Africa development, 2021

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