Anche per questo è nato il Meeting Point Federalista: un luogo di incontro e confronto, libero e aperto, sulle politiche europee e sui temi dell’unità europea, del federalismo e della costruzione della democrazia globale. Nella convinzione che per realizzare l’Europa federale oggi ci sia soprattutto bisogno di immettere energie e idee nuove, connettere esperienze e conoscenze diverse, esplorare percorsi meno conosciuti.
Abbiamo dunque evidenziato sei grandi questioni del nostro presente e per ognuna abbiamo organizzato un incontro online, sfruttando i limiti che ci impone la pandemia, per cercare di raggiungere il maggior numero possibile di persone. Vogliamo ragionare sulle radici storiche di questi problemi, che oggi mettono a dura prova le nostre democrazie, discutendone da una doppia prospettiva: quella del mondo intellettuale, che su questi temi riflette da tempo ma, troppo spesso, nell’ottica del quadro esistente, e quella federalista, che invece (a partire proprio dal Manifesto di Ventotene) ha cercato di immaginare la costruzione di un mondo nuovo, nella logica di una democrazia sovranazionale che ha trovato solo una parziale realizzazione nell’odierna Unione Europea.
Per avviare la discussione abbiamo invitato alcune grandi personalità della cultura e alcuni esponenti del mondo federalista, che riteniamo particolarmente interessati ai temi trattati. Ma non ci siamo fermati qui.
Per allargare ulteriormente la partecipazione, al di là del tempo ristretto consentito dagli incontri online, abbiamo pensato di dar nuova voce al Manifesto, pubblicandone il testo integrale sul nostro sito e animandolo con una lettura corale. Per questo chiederemo un breve contributo audio-video a decine di persone interne ed esterne alla galassia federalista. La nostra richiesta è che ognuno di loro scelga una frase dal testo che ritiene particolarmente attuale e indichi quale a suo avviso sia la questione più urgente del nostro tempo, proponendo come affrontarla nella direzione suggerita dal Manifesto federalista.
Gli argomenti trattati e gli ospiti, introdotti ogni volta da un esponente del Meeting Point Federalista, saranno i seguenti:
- Crisi di civiltà e stato di diritto – 28 febbraio. Introduce Giulio Saputo; dialogano Roberta De Monticelli (filosofa) e Tommaso Visone (storico)
- Diritti sociali e nuove forme di welfare – 28 marzo. Introduce Diletta Alese; dialogano Luca Visentini (Segretario generale Confederazione Europea dei sindacati), Marcella Corsi (Associazione Economia Civile) e Alberto Majocchi (economista)
- Democrazia, élites e popoli – 18 aprile. Introduce Marco Zecchinelli; dialogano Gianfranco Pasquino (politologo) e Antonio Argenziano (Segretario nazionale GFE)
- Migrazioni, nazionalismi e cittadinanza europea – 16 maggio. Introduce Elias Salvato; dialogano Laura Zanfrini (sociologa) e Giampiero Bordino (Centro Einstein di Studi Internazionali)
- Guerra, pace, ambiente e federalismo sovranazionale – 6 giugno. Introduce Mariasophia Falcone; dialogano Federico Fubini (editorialista economico “Corriere della Sera”) e Nicola Vallinoto (Information Campaign on Europe)
- La “rivoluzione” federalista e la nascita di nuove istituzioni – 20 giugno. Introduce Marco Villa; dialogano Sergio Fabbrini (politologo) e Antonella Braga (storica)
Alla fine di questo percorso, che si snoderà tra febbraio e giugno, e subito dopo la conclusione della quarantesima edizione del Seminario federalista di Ventotene, ci sarà un ultimo incontro sotto forma di dialogo a più voci all’interno della galassia europeista e federalista: non più sulle radici storiche del presente, ma rivolto al futuro, a partire dalle riflessioni svolte e dai contributi audio-video ricevuti (Verso un nuovo Manifesto per l’Europa e il mondo del XXI secolo – 19 settembre). Introdurranno Daniele Armellino, Francesca Torre (Meeting Point Federalista) e Mario Leone (Direttore dell’Istituto di Studi Federalisti “Altiero Spinelli”); concluderanno la riflessione Piero Graglia (storico) e Mario Telò (politologo).
Si tratta di un programma impegnativo, che avrà successo solo se riusciremo a coinvolgere nel dibattito persone di provenienza culturale e ideologica diversa, disposte a ragionare intorno alla questione fondamentale del nostro tempo, già intuita dagli estensori del Manifesto: come costruire una democrazia globale all’altezza delle sfide che riguardano l’intera umanità.
Segui i commenti:
|
