Il Consiglio europeo approva il Next generation EU e il Quadro finanziario pluriennale 2021-2027 per la ripresa post Covid-19

, di Mario Leone

Il Consiglio europeo approva il Next generation EU e il Quadro finanziario pluriennale 2021-2027 per la ripresa post Covid-19

Mentre l’Europa piange la perdita di vite umane a seguito della pandemia di COVID-19, il Consiglio europeo esprime il suo più profondo cordoglio per le vittime e la sua solidarietà alle loro famiglie. Mentre i cittadini europei continuano ad affrontare quotidianamente incertezze e sfide eccezionali, tutti i nostri sforzi continueranno a essere finalizzati a proteggere i cittadini e a superare la crisi.

È l’incipit delle 68 pagine di conclusioni pubblicate a seguito della maratona straordinaria del Consiglio europeo (17, 18, 19, 20 e 21 luglio 2020). Un Consiglio europeo che ha dovuto affrontare tanti ostacoli di ordine tecnico e politico, ma anche di ordine morale. Vediamo i punti salienti.

Il piano per la ripresa europea

Il Consiglio europeo ha preso atto della necessiterà di ingenti investimenti pubblici e privati a livello europeo che avviino saldamente l’Unione verso una ripresa sostenibile e resiliente, capace di creare posti di lavoro e di riparare i danni immediati causati dalla pandemia di COVID-19, sostenendo allo stesso tempo quelle che sono priorità già ampiamente manifestate in sede di presentazione della Commissione europea, cioè la compatibilità verdi e le sfide digitali dell’Unione. Il principale strumento europeo attraverso il quale si svilupperanno questi propostiti sarà il Quadro Finanziario Pluriennale 2021-2027 che trova nl programma denominato Next Generation EU un rafforzamento per dotare l’Unione dei mezzi necessari per affrontare le sfide della pandemia di COVID-19.

Prestiti europei per la crisi Covid-19

La Commissione per poter sviluppare i programmi dell’Unione in conformità al Next Generation EU viene autorizzata a contrarre prestiti “di scopo”, per conto dell’Unione, sui mercati dei capitali fino a 750 miliardi di euro a prezzi 2018. Non potrà assumere prestiti oltre la fine del 2026. La composizione dei 750 miliardi vede “prestiti” fino a concorrenza di 360 miliardi e “spese”, fino a concorrenza di 390 miliardi. Le passività dovranno essere ridotte costantemente e prevedibilmente fino al 31 dicembre 2058; a questo scopo gli importi dei massimali delle risorse proprie sono incrementati in via temporanea di 0,6%. Gli importi dovuti dall’Unione in un dato anno per il rimborso del capitale non devono superare il 7,5% dell’importo massimo di 390 miliardi per spese.

Il Next Generation EU

Le spese del bilancio quindi verranno alimentate attraverso le entrate del Next Generation EU. Il controllo politico sullo stesso sarà definito di comune accordo tra il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione. La Commissione presenterà, prima del Consiglio europeo di ottobre, proposte in merito alle modalità per accelerare e agevolare le procedure negli Stati membri per sostenerne la ripresa con progetti di investimento, in particolare nelle infrastrutture. Le scadenze: gli impegni giuridici di Next Generation EU dovranno essere contratti entro il 31 dicembre 2023, mentre i relativi pagamenti saranno effettuati entro il 31 dicembre 2026.

La ripartizione delle entrate per il Next Generation EU

Soffermiamoci, in particolare per consistenza, sulla prima voce: il Dispositivo per la ripresa e la resilienza. Il Consiglio europeo ha stabilito che il volume massimo dei prestiti per ciascuno Stato membro non supererà il 6,8% del suo Reddito nazionale lordo (RNL) e che:

  • il 70% dovrà essere impegnato negli anni 2021 e 2022;
  • il 30% dovrà essere interamente impegnato entro la fine del 2023. Precisa ancora il Consiglio europeo che “il criterio di ripartizione degli stanziamenti d’impegno… per il periodo 2021-2022 è stabilito conformemente alla proposta della Commissione”. Per l’anno 2023 è stabilito un correttivo: nel criterio di ripartizione il criterio della disoccupazione nel periodo 2015-2019 è sostituito, in percentuali uguali, dalla perdita del PIL reale osservata nell’arco del 2020 e dalla perdita cumulativa del PIL reale osservata nel periodo 2020-2021, che sarà calcolata entro il 30 giugno 2022. Il prefinanziamento del dispositivo per la ripresa e la resilienza verrà versato nel 2021 e sarà pari al 10%.

I Piani nazionali per la ripresa e la resilienza

Gli Stati membri dovranno preparare programmi nazionali di riforme e investimenti per il periodo 2021- 2023. I piani saranno riesaminati e adattati, ove necessario, nel 2022 per tenere conto della ripartizione definitiva dei fondi per il 2023. Questi piani verranno valutati dalla Commissione entro due mesi dalla presentazione. Il Consiglio europeo ha ritenuto anche di “graduare” il metro di valutazione dei piani. Il punteggio più alto andrà attribuito a quei piani che saranno coerenti con le raccomandazioni specifiche per paese, col rafforzamento del potenziale di crescita, con la creazione di posti di lavoro e con la resilienza sociale ed economica, nonché con l’effettivo contributo alla transizione verde e digitale (quest’ultimo rappresenta una condizione preliminare ai fini di una valutazione positiva). La valutazione dei piani andrà approvata dal Consiglio, a maggioranza qualificata su proposta della Commissione, con un atto di esecuzione che il Consiglio adotterà entro quattro settimane dalla proposta. La valutazione positiva delle richieste di pagamento sarà subordinata al soddisfacente conseguimento dei pertinenti target intermedi e finali. La Commissione quindi:

  • chiederà il parere del comitato economico e finanziario in merito al soddisfacente conseguimento dei pertinenti target intermedi e finali [1];
  • adotterà una decisione sulla valutazione del soddisfacente conseguimento dei pertinenti target intermedi e finali e sull’approvazione dei pagamenti. In caso di rinvio della questione al Consiglio europeo, la Commissione non prenderà alcuna decisione fino a quando il Consiglio europeo non avrà discusso la questione in maniera esaustiva e comunque entro tre mesi dal momento in cui la Commissione ha chiesto il parere del comitato economico e finanziario (conformemente all’articolo 17 TUE e all’articolo 317 TFUE).

Il Quadro Finanziario Pluriennale 2021-2027

Il Consiglio europeo ha revisionato le conclusioni del vertice di febbraio 2020 (doc. 5846/20). Il compromesso raggiunto lo ha modificato tenendo conto delle discussioni tenute nel corso di molti mesi alla luce della crisi COVID-19 e delle misure adottate a titolo di Next Generation EU. L’ammontare complessivo degli impegni è pari a 1.074,3 miliardi di euro. Il vertice ha voluto legare gli interessi finanziari dell’Unione alla conformità dei principi generali sanciti dai trattati dell’Unione, in particolare ai valori di cui all’articolo 2 TUE, sottolineando l’importanza del rispetto dello Stato di diritto.

Le risorse proprie

Il Consiglio prenderà una decisione sul sistema delle risorse proprie in relazione ai finanziamenti per il Next Generation EU, come deciderà i casi in cui la Commissione sarà autorizzata, in via provvisoria, a chiedere agli Stati membri maggiori risorse rispetto alle rispettive quote relative, senza aumentare le passività finali degli Stati membri. L’indirizzo sarà quello di compensare queste risorse “senza indugio” in linea con il quadro giuridico applicabile per il bilancio dell’UE e pertanto sulla base dei rispettivi criteri applicabili correlati all’RNL, fatte salve le altre risorse proprie e le altre entrate. Solo se il ricorso al mercato non dovesse generare la necessaria liquidità, la Commissione potrà chiedere, in via provvisoria, agli Stati membri maggiori risorse come ultima riserva. L’importo delle risorse supplementari che possono essere chieste ogni anno agli Stati membri in tali circostanze è stabilito su base proporzionale e, in ogni caso, limitato alla loro quota del massimale delle risorse proprie incrementato in via temporanea, vale a dire lo 0,6 % dell’RNL degli Stati membri.

Le “nuove” risorse proprie

“Nei prossimi anni l’Unione lavorerà a una riforma del sistema delle risorse proprie e introdurrà nuove risorse proprie.” È l’impegno assunto dal Consiglio europeo. Il nuovo sistema delle risorse proprie dell’Unione europea entrerà in vigore il primo giorno del primo mese successivo al ricevimento della notifica relativa all’espletamento delle procedure per la sua adozione da parte dell’ultimo Stato membro. Tutti i suoi elementi si applicheranno retroattivamente dal 1º gennaio 2021. Gli Stati membri procederanno all’approvazione della nuova decisione sulle risorse proprie nel più breve tempo possibile, conformemente alle rispettive norme costituzionali nazionali. Primo step: sarà introdotta una nuova risorsa propria basata sui rifiuti di plastica non riciclati che si applicherà a decorrere dal 1° gennaio 2021. Questa sarà composta da una quota di entrate provenienti da un contributo nazionale calcolato in base al peso dei rifiuti di imballaggio di plastica non riciclati, con un’aliquota di prelievo di 0,80 euro per chilogrammo e con un meccanismo volto a evitare effetti eccessivamente regressivi sui contributi nazionali. Secondo step: nel primo semestre del 2021 la Commissione presenterà proposte relative a un meccanismo di adeguamento del carbonio alla frontiera e a un prelievo sul digitale, ai fini della loro introduzione al più tardi entro il 1° gennaio 2023. La Commissione presenterà una proposta su un sistema di scambio di quote di emissioni riveduto, eventualmente estendendolo al trasporto aereo e marittimo. Terzo step: nel corso del prossimo QFP, l’Unione lavorerà all’introduzione di altre risorse proprie, che potrebbero comprendere un’imposta sulle transazioni finanziarie. Le entrate derivanti dalle nuove risorse proprie introdotte dopo il 2021 saranno utilizzate per il rimborso anticipato dei prestiti contratti per il Next Generation EU. La Commissione è stata invitata dal Consiglio europeo a proporre a tempo debito una revisione del QFP a tal fine. Il Consiglio europeo ha sottolineato come questo sistema dovrebbe ispirarsi alla semplicità, alla trasparenza e all’equità, anche nella ripartizione degli oneri. Nel considerare l’importo totale delle risorse proprie attuali attribuite al bilancio dell’Unione, per gli stanziamenti annuali di pagamento non si supera l’1,40 % della somma dell’RNL di tutti gli Stati membri, per gli stanziamenti annuali di impegno non si supera l’1,46 % della somma dell’RNL, “una correlazione ordinata tra stanziamenti di impegno e di pagamento”.

Le correzioni al contributo al bilancio

Il metodo di applicazione di un’aliquota uniforme di prelievo per determinare i contributi degli Stati membri all’attuale risorsa propria basata sull’RNL resterà invariato ma non per tutti gli Stati membri. Il contributo annuo basato sull’RNL (a prezzi 2020) di Danimarca, Germania, Paesi Bassi, Austria e Svezia sarà ridotto da correzioni forfettarie per il periodo 2021-2027. Riduzione lorda del contributo annuo: Danimarca: 377 milioni Germania: 3.671 milioni Olanda 1.921 milioni Austria: 565 milioni Svezia: 1.069 milioni Tali riduzioni lorde sono finanziate da tutti gli Stati membri conformemente al loro RNL. Sulla base di tali premesse sarà introdotto un regime di condizionalità a tutela del bilancio e di Next Generation EU. In tale contesto, in caso di violazioni, la Commissione proporrà misure che dovranno essere adottate dal Consiglio a maggioranza qualificata. Il Consiglio europeo si è riservato di ritornare rapidamente sulla questione.

Note

[1Il comitato economico e finanziario si adopera per raggiungere un consenso. Qualora, in via eccezionale, uno o più Stati membri ritengano che vi siano gravi scostamenti dal soddisfacente conseguimento dei pertinenti target intermedi e finali, possono chiedere che il presidente del Consiglio europeo rinvii la questione al successivo Consiglio europeo.

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