Il Manifesto di Ventotene è ancora la bussola verso il futuro?

Un programma di dibattiti per andare oltre la mera celebrazione

, di Marco Zecchinelli

Il Manifesto di Ventotene è ancora la bussola verso il futuro?
Fonte: Wikimedia, Spinelli negli ultimi anni di vita, https://it.wikipedia.org/wiki/Altiero_Spinelli#/media/File:Altiero_Spinelli3.jpg

Altiero Spinelli, scrivendo la propria autobiografia, non dedicò molte pagine al “Manifesto di Ventotene”, con cui è spesso – riduttivamente – identificata la sua azione politica e che nel 2021 ha compiuto ottant’anni dalla prima stesura. Riconosceva però che quel testo era ancora vivo grazie a due idee che erano rimaste attuali e significative: l’esigenza di operare concretamente sul piano politico per costruire l’unità europea, e il fatto che questa lotta avrebbe separato i partiti progressisti da quelli reazionari secondo il grado di adesione all’obiettivo dell’unità internazionale.

Nelle celebrazioni che quest’anno vedranno Ventotene al centro di diverse iniziative, virtuali e non, si inserisce anche il programma di incontri organizzato da un piccolo gruppo di federalisti provenienti da tutta Italia, che ha fondato pochi mesi fa il Meeting Point Federalista (MPF). Nelle parole con cui si descrive il MPF vuole essere “un luogo di incontro e confronto, libero e aperto, sulle politiche europee e sui temi dell’unità europea, del federalismo e della costruzione della democrazia globale”. Ne abbiamo parlato con Antonella Braga, studiosa di Ernesto Rossi – coautore con Altiero Spinelli del Manifesto di Ventotene – e con Giulio Saputo, già segretario nazionale della Gioventù Federalista Europea e più recentemente Coordinatore dell’Assemblea nazionale del Consiglio Nazionale dei Giovani.

Qual è il senso di questa iniziativa?

AB: “Nell’ottantesimo anniversario della prima stesura del Manifesto crediamo sia necessario aprire un dibattito su ciò che di vivo e attuale c’è ancora nelle sue pagine, fuori dagli schemi ideologici con cui spesso è stato raccontato. Per farlo c’è bisogno di coinvolgere nel dialogo nuove persone, con cui riflettere, cercando se possibile di interessare anche chi, negli ultimi tempi, è diventato sempre più critico verso i limiti dell’attuale Unione Europea”.

GS: “Vogliamo farlo all’interno di questo spazio, che abbiamo creato recentemente con l’intenzione di farne letteralmente un punto d’incontro virtuale, perché siamo convinti che per realizzare l’Europa federale oggi ci sia soprattutto bisogno di immettere energie e idee nuove, connettere esperienze e conoscenze diverse, esplorare percorsi meno conosciuti”.

Come è stato deciso il contenuto del ciclo di incontri, e in cosa avrà un taglio originale rispetto alle molte celebrazioni che vedranno protagonista il Manifesto di Ventotene?

AB: “Abbiamo cercato di immaginare quali fossero sei grandi questioni del nostro presente, e per ognuna abbiamo organizzato un incontro online, sfruttando i limiti che ci impone la pandemia, per cercare di raggiungere il maggior numero possibile di persone. I temi saranno la crisi di civiltà e lo stato di diritto, nel primo incontro; i diritti sociali e le nuove forme di welfare, nel secondo; a seguire discuteremo il rapporto tra democrazia, élites e popoli; ci confronteremo anche su migrazioni, nazionalismi e cittadinanza europea, quindi su guerra, pace e ambiente e, infine, sulla “rivoluzione” federalista e la nascita di nuove istituzioni europee”.

GS: “Molti di noi hanno una formazione storica, e anche per questo ragioneremo sulle radici di questi problemi, che stanno mettendo in crisi le nostre democrazie. Lo faremo però discutendone da una doppia prospettiva: quella del mondo intellettuale, che su questi temi riflette da tempo ma, troppo spesso, all’interno del quadro nazionale italiano, e dal punto di vista federalista, che invece proprio a partire dal Manifesto di Ventotene ha immaginato la costruzione di un mondo nuovo, una democrazia sovranazionale che ha trovato nell’odierna Unione Europea una realizzazione purtroppo molto parziale”.

Quale sarà il formato dei singoli incontri?

GS: “Per dare il via alla discussione abbiamo invitato alcune personalità della cultura e alcuni esponenti del mondo federalista, che riteniamo particolarmente interessati ai temi trattati. Tutti gli incontri saranno introdotti e moderati da un esponente del Meeting Point Federalista, e sarà possibile intervenire e porre domande in diretta.

AB: “Senza voler citare solo alcuni degli ospiti, vi invitiamo a leggere tutto il programma. Inoltre, per allargare ulteriormente la partecipazione, al di là del tempo ristretto consentito dagli incontri online, abbiamo pensato di dare letteralmente “voce” al Manifesto, animando il testo (pubblicato integralmente sul sito del MPF, ndr) con una lettura corale. Per questo stiamo chiedendo un breve contributo in formato audio o video a molte persone, interne ed esterne alla galassia federalista: chiediamo che ognuno di loro scelga una frase dal Manifesto che a suo giudizio contiene la questione più urgente del nostro tempo, e ci proponga un modo di affrontarla nella prospettiva sovranazionale e federalista suggerita dal testo”.

GS: “Alla fine di questi sei incontri, che andranno avanti fino a giugno, e subito dopo la conclusione della quarantesima edizione del Seminario federalista di Ventotene, ci sarà un ultimo appuntamento a settembre, che speriamo di poter fare in presenza e trasmettere in streaming: un dialogo con tante voci, proprio a partire dalle riflessioni svolte e dai contributi audio-video ricevuti, non più sulle radici storiche del presente, ma rivolto al futuro”.

È un programma impegnativo e innovativo allo stesso tempo: cosa vi aspettate che ne verrà fuori?

AB: “Speriamo che queste proposte diano vita ad altri incontri e iniziative, anche nell’ambito della Conferenza sul Futuro dell’Europa, che dovrebbe finalmente partire quest’anno e che sicuramente includerà in forme ancora da decidere l’ascolto dei cittadini europei. Verso la fine dell’anno, intendiamo infine organizzare un nuovo incontro più formale, in cui si rifletterà più nello specifico sul significato storico del Manifesto di Ventotene e a cui saranno invitati gli storici, i pensatori e i militanti federalisti che più a lungo se ne sono occupati e che ne hanno promosso la valorizzazione.”

GS: “Crediamo che parte del successo sarà coinvolgere nel dibattito persone di provenienza culturale e ideologica diversa, disposte a ragionare intorno a quella che per noi federalisti è ancora la questione fondamentale del nostro tempo: come costruire una democrazia globale all’altezza delle sfide che riguardano l’intera umanità. Gli autori del Manifesto di Ventotene avevano già intuito ottant’anni fa che solo in questo modo si sarebbero evitati i vecchi errori: a noi spetta contribuire a questo progetto”.

Tuoi commenti
moderato a priori

Attenzione, il tuo messaggio sarà pubblicato solo dopo essere stato controllato ed approvato.

Chi sei?

Per mostrare qui il tuo avatar, registralo prima su gravatar.com (gratis e indolore). Non dimenticare di fornire il tuo indirizzo email.

Inserisci qui il tuo commento

Questo campo accetta scorciatoie SPIP {{gras}} {italique} -*liste [texte->url] <quote> <code> ed il codice HTML <q> <del> <ins>. Per creare paragrafi lasciare semplicemente delle righe vuote.

Segui i commenti: RSS 2.0 | Atom