L’Europa delle lumache, 60 anni dopo

L’allucinante (quanto reale) commedia del “gradualismo europeista”

, di Giulio Saputo

L'Europa delle lumache, 60 anni dopo

Vi sono degli europei, gente eccellente, che ha stabilito, e non se ne parli più, di fare propria la serena lentezza della lumaca.

La teoria è semplice, e, secondo ogni apparenza, confortevole: lasciate che si faccia l’Europa economica… e il “resto”, stando così le cose, vi sarà dato per soprapiù. Avete visto come è andata la cosa con lo Zollverein!

È tutto molto liscio, andiamo in discesa. Si prende un poco di Spinelli, vi si aggiunge una mistica visione di Ventotene (meglio con qualche citazione) e le si accompagnano ad affermazioni cristalline come “Europa dei popoli”, “Europa dei cittadini”, “Europa agli europei” (e a chi la vuoi dare se si chiama Europa?).

L’essenziale è non far niente o farlo lentamente.

Non pretendete, signori oltranzisti, di attaccarvi alle code delle comete. È molto meglio andare un poco lentamente, ma con passo sicuro…

Chi vuole andare lontano deve curarsi della sua cavalcatura… Affrettiamoci con prudenza…

Sapete il proverbio: chi va piano…

Naturalmente!

E poi, mi raccomando, non vi sforzate il cervello. Basta uscire dal proprio guscio al momento opportuno. Tutte le strade portano all’Europa, dato che, lo sanno tutti, tutte portano a Roma.

Le querele dottrinarie, le teorie celebrali: che schifo. Siamo empirici, prammatici, elastici, pedissequi. Di tutto si prenda un po’, di un po’ si faccia tutto.

E ora facciamo un po’ di allegria con il teatro.

De gustibus et coloribus non est disputandum. Commedia in sei atti e mezzo.

Atto primo. 1946… Ma se vi si dice che Churchill è un europeo. Non avete sentito il discorso di Zurigo? “Stati Uniti d’Europa”, ha detto. Testuale. E, badi bene, caro lei, si parla anche dell’entrata, come Delegato Generale nel Movement Européen, di suo genero, un ragazzo pieno di avvenire, il famoso Duncan Sandys. Come Delegato Generale. Un apostolo, vi dico! Un apostolo! “L’Europa è in cammino…” Del resto, Churchill ha ricevuto per le sue parole memorabili il premio Carlomagno.

Atto secondo. 1954… Eccolo: è Mendes-France. Questo sì, gli oroscopi lo certificano, è il cavaliere della federazione europea da oltre vent’anni. Esattamente dal Congresso Radicale di Lilla. Ah!, il Congresso Radicale di Lilla! Aveva un nome: Briand! La CED voi dite? Ma ne farà un punto d’onore! Nessuna difficoltà. Maggioranza, Indocina, Prestigio… e con tutto questo un vero idillio col maresciallo Juin. “Non c’è che da tirar fuori dal frigorifero la CED, e voi vedrete questo bastardo, nato dai peccaminosi amori di Pleven, di Monnet e di qualche altro patito della supernazionalità astratta, mutarsi in un delizioso piccolo UEO, un frugolo pieno di concretezza… e che vi darà delle garanzie mai viste. E non è tutto… A mare la Piccola Europa. Da cinque e un pezzetto che siamo, diventeremo sette, legando con solidi lacci, la bella Albione al continente. Da cinque e un pezzetto che siamo…”

Atto terzo. 1960… Ma se vi si dice che il Generale ha mangiato la foglia: ora è lui quanto di più europeo si può desiderare… Ah, caro voi, che spina dorsale! E che forza…d’urto (nucleare). Mercato Comune, accelerazione, segretariato politico, referendum… mai, a memoria di lumaca siamo andati tanto in fretta! “E poi, lui vede grande, lui… dall’Atlantico agli Urali, con quella sua prestanza stile 1815, cosa importa se la soprannazionalità dovrà passare per il Congresso di Vienna… Ciò che conta è avere infine l’uomo adatto nel posto adatto!”

Atto quarto. 1974… Questa coppia di signori, Giscard ed Helmut, volano lontano. Hanno, pensa un po’, formalizzato le riunioni tra capi di Stato. Questo Consiglio europeo, con il Parlamento democratico e l’ecu sono già uno Stato. Ecchi? Ma l’ecu! Ormai è proprio fatta. Gli Stati decidono insieme che può andar male? Più democratico di così! Ah, la crisi economica?

Atto quinto. 1984… La doppia coppia non smentisce, mano nella mano a Verdun, Kohl e Mitterand. La pace, l’Europa. Sì, c’è questo Spinelli che si ostina a voler marciare dopo decenni, ma qui si sta facendo la storia a passo di lumaca. Il suo progetto di Trattato con questo Parlamento europeo che vuol correr via deve esser necessariamente un po’ stroncato. E chi ce lo ha il fiato? Sì, ricominciamo dall’economia, dai bei mercati. Un bel ritorno al principio che ci riesce bene e poi non siamo arrivati fin qua? Noi siamo la tartaruga che sconfiggerà Achille con questo colosso di Maastricht. Crollano i muri e si vola verso l’unità!

Atto sesto. 2004… Questa volta i buoni leader han fatto miracoli e alla fine ci hanno regalato una bella Costituzione. Avete visto che corsa? Ora ci concedono una Carta. Una Carta Ottriata che profuma ancora d‘800, con questo Congresso di Berlino permanente che si chiama Consiglio. Di cosa ci si può lamentare? Ah, stavolta anche i comunisti e i nazionalisti capiranno. Forse no. Meglio un altro Trattato, abbiamo corso, lo sapevamo. In 28 non è facile, ma con Hollande e Merkel “In 5 anni l’unione politica”. Con tutto questo turbo vien voglia proprio di grandezza: in effetti il 2000 c’ha 20 anni di prodezze! Guerre in Iraq, Ucraina, Siria, Libia, centraffrica, ecc.! E come lo governiamo bene l’euro, una magia. Ormai è fatta, chi non era europeista lo sarà: viva l’Europa, l’economia e la libertà!

Atto mezzo. 2016 e 2017… Due anni di gite d’europeisti in piazza, passeggiate a Ventotene con la porta-aerei, discorsi alla Sorbona e del grande volo teutonico di Merkel! Abbiamo Macron che ci ha detto che ci pensa lui a far la federazione, che la Francia è l’Europa e che siamo tutti insieme qualcosa. Che volete di più? Non avete più niente da fare. Ci pensan loro a tutti i problemi. I sovranisti?

Sì, c’è chi dice che danno risposte sbagliate a problemi sacrosanti: un successo assicurato, ma che non ha dell’umano!

Beh, ma noi rispondiamo. Con calma, piano piano, ma rispondiamo. Cioè, non oggi ma magari domani qualcosa di concreto in Consiglio approviamo. La storia ci darà senz’altro ragione!

Il Parlamento Europeo propone che…

E questi chi sono? L’Europa son i loro stati, non avete visto con l’euro che bel governo che vi abbiamo fatto? Fra qualche anno magari ve lo democratizziamo anche. Prudenza, ecco quel che serve. Il coraggio ci schianta. E basta sognare. Ci vuole concretezza.

Un’idea! E se il nazionalismo lo superiamo di scala? Tutta ‘sta ricerca di valori è sopravvalutata, teniamo l’Europa di Varsavia.

2018…

Cari cittadini, vi rassicuriamo: Vi sono degli europei, gente eccellente, che ha stabilito, e non se ne parli più, di fare propria la serena lentezza della lumaca.

Rivisitazione dell’articolo pubblicato da Jean-Pierre Gouzy sulla rivista “Popolo Europeo” (1958 – 1964).

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