Come sta cambiando l’Alleanza Atlantica al netto delle crisi nuove del XXI secolo

La trasformazione NATO del XXI secolo

, di Dino Šabović

La trasformazione NATO del XXI secolo
Fonte: U.S. Air Force photo by Senior Airman Christine Halan/Released, F16 Falcon Fighter in Germany, Public Domain, https://commons.wikimedia.org/wiki/File:151022-F-WZ808-167_(22339099809).jpg#/media/File:151022-F-WZ808-167_(22339099809).jpg

In data 29 Giugno 2022, al termine dei lavori del summit NATO di Madrid, i Capi di Stato e di Governo alleati hanno adottato un nuovo concetto strategico per l’Alleanza atlantica, dopo quasi dodici anni dall’ultimo. [1] Tant’è che questo nuovo documento costituisce il settimo della NATO e il quarto dalla dissoluzione dell’Unione Sovietica.

Prima di addentrarci nella lettura dei punti più salienti del nuovo concetto strategico, sarebbe il caso di vedere brevemente in quale clima nasceva lo scorso concetto, cioè quello del novembre 2010 al termine dei lavori del summit di Lisbona.

L’allora Segretario Generale Anders Fogh Rasmussen dichiarava che: “Molti della mia generazione guardano alla sicurezza e alla NATO attraverso il prisma della Guerra Fredda. Pensano alla difesa in termini di grandi eserciti, pesanti arsenali, grandi battaglie e Paesi contro Paesi. Ma io sospetto che, per molti di voi, la Guerra Fredda sia come la guerra del Peloponneso – storia antica. Di certo è interessante, ma è sempre storia. Voi guardate al mondo come oggi è veramente: senza i postumi della Guerra Fredda. Ed è questo che noi dovremmo fare esattamente. Perché il contesto di sicurezza oggi – il vostro contesto di sicurezza – è completamente differente, anche a scapito del recente passato”. [2]

Rasmussen, percepiva pertanto le sfide alla sicurezza in modo meno tradizionale e dichiarava che vi era il bisogno di affrontarle con un approccio differente rispetto al passato. Infatti, i rischi maggiori provenivano da Stati deboli, che “possono dare un terreno solido al terrorismo, alle droghe e al traffico di armi e persone [3]; ma anche dalla costante crescita missilistica, sia convenzionale che nucleare, in corso in 30 differenti Paesi. Inoltre, egli citava anche le minacce al cyberspazio che necessitano di una risposta adeguata. Rasmussen mette in chiaro che questi “sono problemi transnazionali [4] e che la NATO è l’organo multinazionale più idoneo ad affrontarle.

Ecco che lo scorso concetto strategico prende piede in un contesto internazionale che, se pur sempre complicato, favorisce la cooperazione internazionale, con il contributo NATO, per affrontare e risolvere le diverse sfide. Inoltre, il documento oltre a individuare nuovi compiti per l’Alleanza all’infuori del settore strettamente militare e a riconfermare l’importanza dell’ombrello atomico assieme all’arsenale convenzionale. Mette in risalto l’importanza dell’unicità della comunità NATO a differenza dei più blandi documenti strategici del passato, ed enfatizzava lo sviluppo della realtà politica di questa parte di mondo. L’idea era di puntare a una migliore strategia comunicativa capace di catturare, nuovamente, l’opinione pubblica, soprattutto con un richiamo continuo, e quasi glorificante, al passato alleato e al suo presente. [5]

Per quanto concerne l’Unione Europea, veniva dichiarato che essa è “l’essenziale partner per la NATO [6] a cui le si riconosce l’aspetto rilevante di aumentare la sicurezza del continente europeo. E pertanto è necessario che la NATO e l’UE giochino “ruoli complementari orientati al reciproco rafforzamento [7], “diminuendo le duplicazioni e massimizzando gli investimenti”. [8]

È chiaro che all’ora i vari Capi di Stato e di Governo erano determinati a dare un forte messaggio al pubblico e ai diversi attori globali. Infatti, questo documento strategico del 2010 è stato il meno strategico di tutti i suoi predecessori [9]; ma piuttosto un trionfo di valori, allo scopo di rilanciare la strategia comunicativa dell’Alleanza.

Chiaramente il documento è stato in grado di mettere in risalto alcune nuove tipologie di minaccia, ma nulla che l’Alleanza non abbia già rilevato nel ventennio precedente: la stessa sezione inerente al disarmo e al controllo degli armamenti, per chi avesse un qualche tipo di conoscenza storica del Patto Atlantico, presenta i medesimi caratteri e posizioni passate della NATO, e non si potrebbe dire che riformi o riduca il ruolo dell’arma nucleare. Anzi, si segue l’eco dell’amministrazione Obama per cui la NATO rimarrà una forza nucleare “fino a quando l’arma nucleare esisterà” [10]

Il concetto strategico del 2010 non è che faccia particolari sforzi per andare oltre all’identificazione delle minacce. [11] Si citi solo che questo documento manca di riferimenti alla “espansione pacifica” di paesi quali l’India e la Cina, laddove quest’ultima, e lo si ricordi bene, è ancora un paese a trazione Marxista-Leninista e si sostituisce alla defunta Unione Sovietica.

Gli stessi compiti identificati in questo documento altro non sono che la messa per iscritto di tutti gli sviluppi avutisi dalla Bosnia in poi. Naturalmente, questo nulla toglie alla grande enfasi politica che viene riposta sulla gestione delle crisi e della sicurezza cooperativa. Anzi, il documento strategico ammetteva che la NATO deve avere un ruolo propulsivo nel contesto internazionale, soprattutto nella lotta a tutte quelle minacce (cibernetiche, terroristiche, estremiste, sabotaggio, pirateria, ecc…) che potrebbero portare a un’instabilità globale capace di influenzare la sicurezza commerciale ed energetica degli alleati.

Ma per fare ciò, come confermato da più leaders NATO, bisogna rilanciare l’immagine di tutta l’Alleanza; tanto è vero che il Segretario di Stato USA Madeleine Albright (nonché Presidente del gruppo d’esperti che ha redatto il documento NATO 2020: Assured Security; Dynamic Engagement), nel maggio 2010, dirà a proposito del nuovo concetto strategico imminente che gli alleati “devono sottolineare come la NATO contribuisca alla pace e stabilità internazionale. O se no l’organizzazione potrebbe fallire a mantenere il supporto pubblico e i finanziamenti necessari per completare compiti critici”. [12]

Si dica che l’ultimo concetto strategico portava con sé anche un forte messaggio di diplomazia istituzionale, soprattutto per quanto riguardo i rapporti NATO-UE e NATO-Russia. Che non è che siano stati dei migliori dopo gli interventi svolti dall’Alleanza nel ventennio precedente. Pertanto, vi era il bisogno che il documento fosse in grado di dare un forte messaggio di reciprocità (a Bruxelles) e di distensione (a Mosca).

In ogni caso, il concetto del 2010 è stato un documento capace di mantenere una posizione intermedia tra il passato e il futuro. Non è stato testo rivoluzionario, ma nemmeno un testo antiquato, e anzi si presenta come un giusto bilanciamento di numerose istanze. Ma gli si riconosca che abbia fatto da apri porta per le sfide di cui noi oggi siamo testimoni: si riconoscevano come rischi alla sicurezza dell’area NATO una serie di aspetti non militari quali il clima, le vie di comunicazione, la salute e via così discorrendo, che non avevano trovato una codificazione nei precedenti concetti strategici. E si può tranquillamente affermare che gli alleati, nonostante tutto, siano stati in grado di produrre un documento che esprimesse, come non mai, tutti quei valori che accomunano i popoli alleati, mettendo in risalto la capacità politica della NATO.

Vista questa premessa sul concetto passato e il clima in cui era stato adottato, si può passare a vedere quelli che sono i punti più salienti di questo nuovo documento NATO che a differenza di quello passato non ha un titolo.

Il Segretario Generale della NATO, Jens Stoltenberg, nel suo discorso d’apertura del summit al pubblico dichiara che “questo summit sarà trasformativo, perché noi faremo decisioni storiche. Approveremo un nuovo concetto strategico per la nostra alleanza che sarà la guida per la NATO in un mondo più competitivo e pericoloso, questo per proteggere gli alleati e quasi un miliardo di cittadini”. [13]

Infatti, il Segretario mette subito in chiaro quello che sarà lo scopo dell’attuale concetto strategico: si approverà un fondamentale cambiamento alla deterrenza e difesa alleata, cioè con più formazioni di combattimento schierati in avanti — cioè forze pronte ad intervenire in tempi brevi e principalmente ai confini NATO — e con più elevate capacità d’intervento rapido. [14] Questo segna, a differenza del passato concetto, un ritorno al riarmo dell’Alleanza e ad un indirizzo più strategico del documento. Chiaramente, i motivi di questa sterzata decisa la si può rintracciare nella crisi di Crimea del 2014 e l’attuale guerra russo-ucraina. Infatti, Stoltenberg non manca di menzionare il supporto NATO a Kiev e la ferrea condanna per il comportamento aggressivo di Mosca.

Sempre Stoltenberg dichiara che “questo concetto sarà il riflesso del mondo che è cambiato totalmente rispetto a quello del 2010, […]. Io mi aspetto che quando i leaders discuteranno il concetto strategico oggigiorno, dichiarino chiaramente che la Russia pone una minaccia diretta alla nostra sicurezza, […]. La Cina non viene menzionata con una singola parola nell’attuale concetto strategico — quello del 2010. La Cina sarà parte del Concetto su cui ci accorderemo in questo summit, e mi aspetto che gli alleati saranno concordi che la Cina pone o è una sfida ai nostri valori, interessi e alla nostra sicurezza. La Cina non è un nostro avversario, chiaramente, ma dobbiamo tenerla in considerazione […]. E vi è anche il cambiamento climatico e molte altre sfide che erano state a malapena menzionate nell’attuale concetto strategico — del 2010. Pertanto, il concetto strategico rifletterà il fatto che la NATO sta cambiamento, il mondo sta cambiamento”. [15]

Un altro aspetto che il Segretario mette in risalto è l’importanza delle future tecnologie e di come sia indispensabile per l’Alleanza aumentare i fondi in tal senso, perché la tecnologia alleata “ha aiutato a mantenere forte la nostra alleanza e le nostre Nazioni sicure per più di settant’anni”. [16] Questo è fondamental, perché nazioni come la Russia e la Cina, che non condividono gli stessi valori alleati, “stanno sfidando quel primato” alleato “in tutto dalla intelligenza artificiale alle tecnologie spaziali”. [17]

Oltre a questi aspetti, bisogna pur considerare che questo summit si è svolto con la partecipazione dei suoi partner Finlandia, Svezia, Georgia ed Unione Europea. Dove i primi due nel futuro immediato diventeranno membri effettivi dell’Alleanza. Inoltre, per la prima volta la NATO ha invitato a un suo summit per l’approvazione di un nuovo concetto strategico i suoi partner Indo-Pacifici: Australia, Giappone, Nuova Zelanda e Corea del Sud (indicata come Repubblica di Corea). [18]

Il documento si apre, come nel precedente concetto strategico, con l’affermazione che la NATO “manterrà una prospettiva globale e che lavorerà strettamente con i suoi partners […] per contribuire alla pace e sicurezza internazionale”. [19] Pertanto, si riconferma la volontà dell’Alleanza di avere un ruolo di spicco nel contesto globale. E già nella prefazione viene messo in chiaro che “l’aggressione con l’Ucraina da parte della Federazione Russia ha frantumato la pace e modo grave il contesto di sicurezza”. [20]

Vista questa aggressione, si evince sempre dalla prefazione, l’Alleanza ridefinisce i suoi tre compiti principali: Deterrenza e Difesa, Gestione e Prevenzione delle crisi, e Sicurezza Cooperativa (chiamati NATO’s Core Tasks). Anche se l’accento viene particolarmente posto “nel bisogno di rafforzare in modo significativo” la deterrenza e difesa quale “spina dorsale dell’Articolo 5”. [21]

Pertanto, visto questo scopo predominante, non è sorprendente che viene statuito che “la NATO rimarrà un alleanza nucleare” anche se l’obiettivo finale è quello di creare un mondo sicuro e privo di armi nucleari. [22] Anche se al punto 4 del concetto viene affermato che i tre compiti della NATO sono complementari, bisogna pur ammettere che l’indirizzo che questa alleanza assumerà nei prossimi anni è quello del riarmo.

In ogni caso, continuando nella lettura di questo documento al punto 3 viene riconfermata l’idea politica che la NATO rimane “l’unico, essenziale ed indispensabile forum transatlantico per consultarti, coordinarsi ed agire su tutte le questioni di sicurezza sia individuali che collettive”. [23] Si riafferma così la centralità ed unicità dell’alleanza per quanto concerne le questioni securative del contesto Nord-Atlantico, escludendo eventualmente un ruolo paritario di altre organizzazioni nel gestire la sicurezza dell’area.

Per quanto riguarda il contesto strategico, che è radicalmente mutato rispetto a quello del 2010, si esordisce subito al punto 6 che “l’area Euro-Atlantica non è in pace”, questo è dovuto all’attacco armato russo in Ucraina che ha turbato la sicurezza europea. E questo non esclude “la possibilità di un attacco contro la sovranità ed integrità territoriale alleato”. E per la prima volta in un Concetto Strategico NATO viene indicato un Paese, in questo caso la Russia, come “la maggiore e diretta minaccia alla sicurezza alleata”. [24]

È chiaro che il conflitto abbia plasmato in buona parte l’attuale indirizzo strategico della NATO: cioè quello di presentare l’alleanza alla Russia — ma anche ad altri attori avversari — come una potenza militare e nucleare pronta ad ogni evenienza. Nonostante ciò, gli alleati non mancano a lanciare un messaggio timido di dialogo al punto 9: “La NATO non cerca il confronto e non pone minacce alla Federazione russa” anche se continuerà a rispondere in modo responsabile alle sue azioni ostili.

Inoltre, con la rottura NATO e Russia avutasi nel febbraio 2022 dovuta all’invasione in Ucraina e l’immediato ritiro dei rappresentati russi al NATO-Russia Council — meccanismo di consultazione creatosi nel 2002. [25] Il concetto strategico ha messo in chiaro che Mosca non è più un partner, ma che “in ogni caso, rimangono aperti canali di comunicazione con Mosca per gestire e mitigare i rischi, prevenire l’escalation e per aumentare la trasparenza”. [26] E gli alleati mettono in chiaro che ogni cambiamento dei rapporti con Mosca dipenderà dagli atteggiamenti di quest’ultima.

In ogni caso, il documento non si limita al fattore russo ma individua — se non riafferma — ulteriori minacce alla sicurezza. Dal punto 11 al 12 vengono elencati diverse minacce non necessariamente legate ad attori globali come, ad esempio, i conflitti e l’instabilità in Africa e Medio-Oriente, cambiamento climatico, traffico di esseri umani, sfide umanitarie e simili. [27]

Un elemento di novità di questo documento è la diretta citazione della Repubblica Popolare di Cina che con le sue “ambizioni e politiche coercitive” sfida gli interessi, la sicurezza e i valori alleati. [28] Infatti, viene precisato che Pechino “adotta un ampio spettro di strumenti politici, economici e militari per incrementare la sua impronta globale”. [Ibidem.]] Questo è possibile, secondo il punto 13, attraverso il suo potenziale controllo di tecnologie, materie prime, industrie e della supply chains. Inoltre, attraverso il suo potenziale economico è in grado di influenzare direttamente Stati o porzioni del globo e la sua cooperazione con la Russia, sta tentando di modificare l’ordine internazionale.

Nonostante ciò, il documento adotta un tono meno provocatorio per quanto riguarda la Cina e dichiara al punto 14 che l’alleanza “rimane aperta per un ingaggio costrutto con la Cina”, ma precisando che gli alleati “saranno risoluto a difendere i valori condivisi e l’ordine internazionale, inclusa la liberà di navigazione”. [29] Questo è un implicito riferimento ai crescenti attriti nell’Indo-Pacifico e attorno alla questione di Taiwan. L’interesse strategico per quest’area viene poi reso palese al punto 45. [30]

Pertanto, nella prima parte il nuovo concetto strategico ci si preoccupa di mettere in risalto quelle che sono le attuali e future minacce che l’Alleanza deve affrontate. Interessante è il fatto che al punto 17 e 19 vengono indicati in modo chiaro e risoluto due minacce: cioè le nascenti tecnologie che possono essere cruciali per il successo in battaglia e il cambiamento climatico che è in grado di scatenere differenti scenari di crisi. [31]

Passando ai NATO’s Core Tasks, si voglia subito far notare che il compito della Deterrenza e Difesa ha ben 14 punti rispetto ai 4 (più 13 sub-compiti connessi al punto 19 per il rafforzamento della postura militare alleata). E presenta più dettagli rispetto agli altri due compiti individuate per l’Alleanza. [32]

In ogni caso, il primo punto della Deterrenza Difesa del Patto Atlantico mette in chiaro “che nessuno deve dubitare della nostra forza e risolutezza nel difendere ogni centimetro del territorio alleato”. [33] Questo sarà eventualmente perseguito grazie “ad un appropriato mix di capacità nucleari, convenzionali e missilistici, completati da capacità spaziali e cibernetiche”. [34] E la risposta ad eventuali minacce, che sono globali e necessitano di un approccio a 360 gradi della NATO, sarà espletata attraverso l’uso appropriato di mezzi sia militari che non secondo le tempistiche e decisioni alleate.

Salta subito all’occhio la dicitura delle “capacità spaziali” che è nuova nella dottrina NATO: perché nelle dottrine precedenti ci si riferiva all’ambito spaziale come luogo di cooperazione pacifica. Mentre qui viene rivelato anche l’impiego, di non si capisce bene di quali mezzi, del potenziale spaziale NATO in caso d’aggressione.

Ma quello che deve interessare ancora di più è la dicitura “secondo le tempistiche e decisioni alleate”, riferendosi alle minacce globali, fa presagire un ritorno all’esperienza degli interventi fuori area degli anni 90, specialmente in Kosovo, che possono avvenire su decisione unilaterale NATO. Pertanto, eventuali minacce alla sicurezza Nord-Atlantica, anche in regioni lontane o persino perpetrate sotto copertura da altri attori, possono portare all’intervento alleato.

Proseguendo, ai punti 21, 22, 23 e 24 si specifica i settori in cui gli investimenti NATO devono indirizzarsi per aumentare il fattore deterrente e difensivo: ad esempio la difesa cibernetica, la sicurezza marittima, le forze di pronto intervento e via così discorrendo. [Ivi, pp. 6-7]]

I punti 25 e 27 mettono in chiaro che attacchi di natura cibernetico o di tipo ibrido sono in grado portare all’invocazione dell’Articolo 5 del Trattato di Washington. [35] Mentre al punto 26 viene stabilito che l’Alleanza si adopererà per tutelare le proprie infrastrutture, catene d’approvvigionamento e sistema sanitario — qui emergono i lasciti di più di due anni di pandemia. E ancora, la NATO deve lavorare per garantire la sicurezza energetica degli alleati e di investire in fonti alternative di approvvigionamento energetico. [36] Ma a questo aspetto bisogna collegarsi al punto 49 sulla Sicurezza Cooperativa dove viene precisato che la NATO deve diventare l’organizzazione leader per affrontare e comprendere l’impatto climatico; questo attraverso l’investimento per la transizione verso fonti energetiche rinnovabili. [37]

Inoltre, sempre al punto 26 è interessante notare che la NATO vuole assicurare la prontezza civile per garantire la continuità dei governi, d’assistenza alla popolazione e a quelle armate. Questo chiaramente apre un interessante scenario su quelli che potrebbero essere le politiche alleate per coinvolgere la dimensione civile nella NATO. Aspetto che è stato sempre trascurato fin dalla nascita del Patto Atlantico.

Mentre dal punto 29 al 34 viene ribadito, come in tutti gli altri concetti strategici, che la NATO fa affidamento all’ombrello nucleare di Washington — con i contributi francesi ed inglesi — quale massima garanzia per la difesa del territorio alleato. E che Washington si adopererà, come già in passato, a dispiegare questi armamenti nei Paesi alleati e di invitare questi ultimi a contribuire con il loro arsenale convenzionale. Chiaramente, viene ribadita l’importanza dei colloqui sul disarmo nucleare e sulla limitazione della proliferazione delle armi bio-chimiche. Infine, si cita l’importanza della lotta contro il terrorismo. [38]

Passando al secondo Core Task, cioè quello della Gestione e Prevenzione delle crisi, viene enunciato al punto 35 che la NATO investirà nella risposta delle crisi e che svolgerà esercitazioni per coordinare al meglio gli alleati; questo anche con il supporto di operazioni multinazionali. [39] Pertanto, il documento prevede interventi anche a sfondo non militare. E questo sarà possibile, come enunciato al punto 36, attraverso il dispiegamento sia di forze militari che civili per stabilizzare scenari critici — come, ad esempio, operazioni antiterrorismo — grazie all’esperienza trentennale d’interventi NATO (si fa riferimento esplicito all’Afghanistan). [40]

Ai punti 37, 38 e 39 si ribadisce l’importanza di mantenere rapporti con i diversi partner sia nazionali che internazionali per contribuire alla stabilità e sicurezza sia degli alleati che del globo. [41]

Per quanto concerne il terzo compito, cioè la Sicurezza Cooperativa, al punto 40 si ribadisce la open door policy dell’Alleanza; mentre al punto 41 viene dichiarato che la NATO continuerà a rafforzare i suoi partenariati con Ucraina, Georgia e Bosnia-Erzegovina. [42]. È chiaro che c’è l’intenzione di ampliare ancora di più l’Alleanza — come l’ingresso di Svezia e Finlandia —e di avvicinare ad essa Paesi che negli ultimi trent’anni non sono estranei ad influenze estere.

È chiaro che si aprono prospettive molto interessanti per questi tre Paesi partner. Perché al punto 45 viene dichiarato che “i Balcani Occidentali e il Mar Nero sono d’importanza strategica per l’Alleanza”. [43] Ma allo stesso tempo non bisogna negare le eventuali problematiche che potranno svilupparsi al seguito di questa presa di posizione per queste aeree d’interesse.

Il documento cita anche l’Unione Europea come il partner per eccellenza, questo perché gli “alleati e i membri UE condividono i medesimi valori”. [44] Perciò va rafforzato il partenariato con lei questo soprattutto per quanto concerne la consultazione politica, mobilità militare, resilienza, cambiamento climatico, tecnologie, sicurezza e le minacce sistematiche poste dalla Cina alla sicurezza Euro-Atlantica. E per quei membri UE che non sono parte della NATO viene raccomandato il loro coinvolgimento negli sfori dell’Unione per una difesa comune. Quest’ultima, come già citato in precedenti documenti strategici, non deve duplicare gli attuali compiti NATO ma piuttosto rafforzarli. [45]

Infine, il concetto strategico, nella parte relativa al successo della NATO mette in chiaro che l’investimento degli alleati è di cruciale e vitale importanza per poter garantire un “legame duraturo tra l’Europa e il Nord America”. [46]

Note

[1“Si apre il summit di Madrid: la NATO pronta a trasformarsi”, euronews., 29 giugno 2022, https://it.euronews.com/2022/06/29/si-apre-il-summit-di-madrid-la-nato-pronta-a-trasformarsi.

[2“NATO, the Strategic Concept and the way forward, Keynote address by NATO Secretary General Anders Fogh Rasmussen to the participants of the Lisbon 2010 Young Atlanticist Summit”, 19 Novembre 2010, Sito NATO Ufficiale, Consultabile: https://www.nato.int/cps/en/natolive/opinions_68499.htm.

[3Ibidem.

[4Ibidem.

[5Ringsmose J., Rynning S., 2009, “COME HOME, NATO? The Atlantic Alliances’s New Strategic Concept”, Copenhagen, Vesterkopi AS, pp 14-18.

[6“Active Engagement, Modern Defence, Strategic Concept for the Defence and Security of the Members of the North Atlantic Treaty Organisation adopted by Heads of State and Government in Lisbon”, 20 Novembre 2010, Sito NATO Ufficiale, Consultabile: https://www.nato.int/cps/en/natohq/official_texts_68580.htm.

[7Duce A., 2019, “Storia della politica internazionale (1957-2017). “Dalle conquiste spaziali al centenario della Rivoluzione d’Ottobre”, Roma, Edizioni Studium, p. 224.

[8“Active Engagement, Modern Defence, Strategic Concept for the Defence and Security of the Members of the North Atlantic Treaty Organisation adopted by Heads of State and Government in Lisbon”, par. 32.

[9Hallamas E., Ratti L., Zyla B, 2013, “NATO beyond 9/11, The Transformation of the Atlantic Alliance”, New York, Palgrave Macmillan, pp. 165-166.

[10Kristensen H. M., 2010, “NATO Strategic Concept: One Step Forward and a Half Step Back”, Federation of American Scientists, Consultabile: https://fas.org/blogs/security/2010/11/nato2010/.

[11Hallamas E., Ratti L., Zyla B, Ibidem, pp. 165-166.

[12“NATO 2020: Assured Security; Dynamic Engagement, Analysis and Recommendations of the Group of Experts on a New Strategic Concept for NATO”, 17 Maggio 2010, Sito NATO Ufficiale, pp. 14-17, Consultabile: https://www.nato.int/cps/en/natolive/official_texts_63654.htm.

[13“Doorstep statement by NATO Secretary General Jens Stoltenberg at the start of the 2022 NATO Summit”, 29 giugno 2022, Sito NATO Ufficale, Consultabile: https://www.nato.int/cps/en/natohq/opinions_197294.htm?selectedLocale=en.

[14Ibidem.

[15Ibidem.

[16“Remarks by NATO Secretary General Jens Stoltenberg at the Signing Ceremony of the NATO Innovation Fund Letter of Commitment by participating Allied Leaders”, 30 giugno 2022, Sito NATO Ufficiale, Consultabile: https://www.nato.int/cps/en/natohq/opinions_197171.htm?selectedLocale=en.

[17Ibidem.

[18“Opening remarks by NATO Secretary General Jens Stoltenberg at the meeting of the North Atlantic Council at the level of Heads of State and Government with Partners (2022 NATO Summit)”, 29 giugno 2022, Sito NATO Ufficiale, Consultabile: https://www.nato.int/cps/en/natohq/opinions_197284.htm?selectedLocale=en.

[19“NATO 2022 STRATEGIC CONCEPT”, Sito NATO Ufficiale, p. 1, Consultabile: https://www.nato.int/strategic-concept/.

[20Ibidem.

[21Ibidem.] Infatti, bisogna segnalare che a differenza del concetto passato si mette subito in risalto l’importanza del suddetto articolo: che è alla base di tutta l’Alleanza e che prevede che un attacco a un membro comporta l’attivazione della difesa collettiva di tutti.

Tant’è che lo stesso Joe Biden ha affermato che “l’Articolo 5 è sacrosanto. E quando noi diciamo che un attacco contro uno è un attacco contro tutti, lo è per ogni centimetro”. [[“Remarks by NATO Secretary General Jens Stoltenberg and US President Joe Biden at the start of the 2022 NATO Summit”, 29 giugno 2022, Sito NATO Ufficiale, Consultabile: https://www.nato.int/cps/en/natohq/opinions_197374.htm?selectedLocale=en

[22“NATO 2022 STRATEGIC CONCEPT”, p. 1.

[23Ivi, p. 3.

[24Ivi, p. 4

[25“NATO-Russia Council”, 8 luglio 2022, Sito NATO Ufficiale, Consultabile: https://www.nato.int/cps/en/natohq/topics_50091.htm.

[26“NATO 2022 STRATEGIC CONCEPT”, p. 4.

[27Ibidem.

[28Ivi, p. 5.

[29Ibidem.

[30Ivi, p. 11.

[31Ivi, pp. 5-6.

[32“Active Engagement, Modern Defence, Strategic Concept for the Defence and Security of the Members of the North Atlantic Treaty Organisation adopted by Heads of State and Government in Lisbon”, pp. 14-18.

[33“NATO 2022 STRATEGIC CONCEPT”, p. 6.

[34Ibidem.

[35Ivi, p. 7.

[36Ibidem.

[37Ivi, p. 11

[38Ivi, p. 7-8.

[39Ivi, p. 9.

[40Ibidem.

[41Ibidem.

[42Ivi, p. 9-10.

[43Ivi, p. 11

[44Ibidem.

[45Ibidem.

[46Ibidem.

Tuoi commenti
moderato a priori

Attenzione, il tuo messaggio sarà pubblicato solo dopo essere stato controllato ed approvato.

Chi sei?

Per mostrare qui il tuo avatar, registralo prima su gravatar.com (gratis e indolore). Non dimenticare di fornire il tuo indirizzo email.

Inserisci qui il tuo commento

Questo campo accetta scorciatoie SPIP {{gras}} {italique} -*liste [texte->url] <quote> <code> ed il codice HTML <q> <del> <ins>. Per creare paragrafi lasciare semplicemente delle righe vuote.

Segui i commenti: RSS 2.0 | Atom